Isnello

La Casazza

La "Casazza"

In un articolo del 1987 dal titolo “La grande Processione del Venerdì Santo ad Isnello” Cristoforo Grisanti distingueva due tipi processione del Venerdi Santo : una detta “nica” o “sulità” che era quella abituale, nella quale (come avviene ancora oggi) si conduceva per le strade principali del paese l’immagine di

Gesù in croce e steso su una bara portata da otto alabardieri vestiti con l’antico costume romano, chiamati dal popolo “lapardei”, e l’immagine dell’Addolorata; l’altra “grande” o “Casazza” dove per mezzo di persone in costume orientale rappresentavano
 

          i principali fatti ed i più importanti misteri del Nuovo Testamento a partire dall’annunciazione o, prima ancora, dal Profeta Isaia, alla morte di Gesù.
La Casazza di Isnello non può e non deve essere considerata una manifestazione folkloristica-religiosa in quanto essa si caratterizza essenzialmente come azione paraliturgica all’interno del triduo pasquale , visto che si svolgeva solo e soltanto il giorno del Venerdì Santo. Come tale essa è unica. Tipicamente isnellese e niente a che vedere, tranne per la stessa forma di drammatizzazione, con tutte le altre sacre rappresentazioni che ancora oggi in più parti si recitano.
La Casazza di Isnello, insomma, non si recitava ma si celebrava. (Da un intervento del Prof. Pino Riggio nel corso di una conferenza sulla tema “La Casazza ”)